I miei fantasmi sono lì

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In questa storia ci sono dei fiori anche se non li vedi. Ma soprattutto il silenzio come dopo una battaglia.
E’ un po’ come quando ci si incontra con la bandiera bianca. Un gesto per riflettere oltre che un segno di pace
Se ci credi, allora, quei fiori sono tuoi. Devi crederci! Il silenzio lo conosci meglio di me. Non ci deve essere rumore in fondo al mare.
Io però quel silenzio lo posso solo immaginare
Forse e’ come il rumore di una moto che si allontana o forse booh…
Come quando da piccolo mi rifugiavo sotto il tavolo quando tuonava
Non cercarmi più sotto il tavolo.
Non ci sto più.
Una volta ci stavo, nascosto, ad ascoltare, a trattenere il respiro ogni volta che il tuo umore cambiava direzione.
Ora ho preso dei treni. Delle navi. Dei sogni.
Ho lasciato la stazione in fretta, forse per scappare, forse per cercare qualcosa che mi mancava da sempre.
Ricordo quando giocavo con i tuoi occhi.
Mi bastava quello per costruire un mondo.
Nella stanza, solo noi. E non ti ho mai chiamata “mia”, non era per possedere.
Era per appartenenza. Quella che adesso non sento più.
C’era quella coperta che sapeva di casa. E oltre, c’era il tuo soffio, la tua pazzia.
Quella parte tua che mi piaceva e che mi faceva anche paura.
A volte il tuo viso sembrava arrivare da un’altra vita. Da un altro tempo.
E dentro ci leggevo tutto quello che io non sapevo dire.
Adesso non ci sei più. Te ne sei andata senza spiegarmi il motivo. Sempre la stessa storia.
Forse leggi le mie storie ad alta voce nel posto dove sei e magari ci ridi anche sopra.
Hai sempre fatto così: trasformare la mia fragilità in qualcosa da smontare.
E se vuoi tendermi la mano, fallo. Ma il braccio non lo do più.
L’ho lasciato troppo spesso, e adesso non mi resta quasi niente.
Ma almeno voglio credere che tu ti sia salvata
Eppure sei ancora lì, nello stesso sogno che non e’ piu’ il mio
Non parlo piu’ molto, e non ne ho voglia, ma ti vedo muoverti silenziosa tra le stanze.
Come se fosse un’ombra che non vuole disturbare.
Ma io so che mi osservi, come se si potesse vedere tutto quello che non ti dico.
Sono tutto quello che è rimasto di te, e tutto quello che manca.
Un gesto, un addio, un tentativo.
Puoi ancora chiamarmi se lo vuoi.
La voce non tremerà.
Ogni tanto torno in quei posti
Quello vero, quello dove passavamo insieme.
I miei fantasmi sono lì.
Come gli amici di una volta che non conosco piu’, ma che rivedo con le loro divise bianche occhi scuri, poche parole.
Hanno scelto una vita più semplice della mia
Forse avrei dovuto farlo anche io.
Ma il mare mi ha chiamato per farmi vedere che non è tutto qui e che c’è una nuova vita dove lei si sporge ogni tanto.
Non dico niente.
È la sua scelta.
Certe domande, a volte, non hanno bisogno di risposte.
Un giorno, forse, mi ringrazierai.
Per quel sorriso che ti rubavo anche nei momenti peggiori.
Per i giochi, quelli infiniti, che conoscevi già.
Mi dirai che non vuoi cambiare.
Che ti piaci così come sei.
E ti crederò.
Ma non confondermi con gli altri.
Con nessuno.
Perché io non sono nessuno.
E proprio per questo, ho saputo volerti davvero bene
L’innocenza nei miei occhi è meno di ieri.
Ma che male c’è?
Quella barca era fatta per segnare il mio destino eppure…
Guarda un po’. Non ho in mano niente.
La sensazione di tenerti per mano ma in realtà stai scivolando sempre di piu’
Magari volevi che venissi anch’io proprio verso quei posti dove volevi andare.
E io, per paura, non ti ci ho portato. Anzi ti ho lasciato andare
Ma se ti va…puoi ancora chiamarmi. Tanto cosa faccio qui dove tutti mi prendono in giro ?
Ritorna a prendermi magari in un mare che conosciamo e questa volta, te lo prometto.. non ti lascerò piu’