Un caccia francese che “si nasconde” dietro un aereo di linea italiano e lo colpisce per errore con un missile, in realtà indirizzato contro un altro velivolo: Un aereo libico dove a bordo poteva esserci Gheddafi. Lo disse Francesco Cossiga nel 2007, accreditando una possibile ricostruzione definitiva della strage di Ustica, 27 giugno 1980, quando il Dc-9 dell’Itavia decollato da Bologna e diretto a Palermo esplose in volo e finì in fondo al Tirreno, 81 vittime tra equipaggio e passeggeri. Ma la strage infinita ha continuato a uccidere. Misteri e depistaggi: più di 20 testimoni scomodi, per lo più militari, tutti scomparsi. Strani malori, suicidi apparenti, omicidi, incidenti stradali e aeronautici. Fascicolo riaperto il 23 febbraio 2013. Ma per capire questa tragedia bisogna tornare un po indietro da quel mese. Meglio tornare indietro di un po di anni. Un buon punto di partenza è il 1973 esattamente da un avvenimento. La “Guerra arabo-israeliana del 1973″ detta dello Yom Kippur
CONFISCA BENI ITALIANI IN LIBIA
il regime libico decretò la confisca, senza indennizzo, dei beni degli italiani residenti in Libia, costringendoli a lasciare il Paese, e l’annullamento dei crediti delle società italiane nei confronti dello Stato.
La decisione si opponeva al trattato del 1956, che chiudeva in modo definitivo il contenzioso sui danni coloniali e di guerra con un risarcimento e il passaggio al governo libico di tutte le infrastrutture costruite dall’Italia, in cambio del rispetto dei diritti e degli interessi degli italiani residenti nel Paese, secondo la lettera della risoluzione dell’Onu del 15 dicembre 1950.
Guerra arabo-israeliana (Guerra dello Yom Kippur)
le armate egiziane passarono il Canale di Suez mentre l’esercito siriano attaccava da nord. Israele venne colta completamente impreparata e si rischiò il disastro. La salvezza venne da una mossa arditissima fatta dal Generale Ariel Sharon che aggirando l’armata egiziana ormai dilagante nel Sinai, passò a sua volta il Canale di Suez alla testa di una divisione corazzata, interrompendo le linee di rifornimento egiziane e attestandosi alle spalle dell’esercito egiziano, e a soli 80 km da Il Cairo, che avrebbe potuto raggiugere in poche ore. A questo punto la SOVMEDRON (la flotta sovietica del Mediterraneo di stanza nel porto di Alessandria d’Egitto) uscì in mare per posizionarsi davanti alle coste israeliane, proprio sotto agli aerei americani che transitando sull’europa rifornivano Israele. Poteva diventare un confronto diretto fra le due superpotenze, e a quel punto tutto si concluse con un compromesso. La guerra del Yom Kippur del 1973 aveva causato un altro effetto, devastante per le economie europee: l’embargo petrolifero decretato dall’Opec, motivato proprio dal fatto che i paesi europei, lasciando transitare nei loro spazi aerei i rifornimenti militari americani a Israele, si erano di fatto schierati a favore di questa. Tutte le economie europee allora basate sul petrolio a basso prezzo come principale fonte energetica entrarono in crisi: inflazione alle stelle e domeniche a piedi.
INIZIO CRISI LIBIA - ITALIA
L’obiettivo dell’Italia era quindi l’estromissione della Libia dal controllo di Malta, cosa che prevedibilmente Gheddafi non avrebbe accettato senza reagire, ma durante tutta la crisi iniziata il 1 giugno e terminata ai primi di settembre del 1980, l’opinione pubblica italiana non ne ebbe consapevolezza. I due paesi mantennero infatti i “buoni rapporti” formali, gli aerei C130 libici continuarono ad essere revisionati alle Officine Aereonavali di Venezia, in Sardegna, sull’aereoporto di San Lorenzo di Muravera, una unità dell’aviazione libica continuava ad addestrarsi all’uso di “aereobersagli” forniti dalla Meteor tramite la “Avioelettronica Sarda”, continuavano i sorvoli del territorio italiano dei Mig Libici che andavano e tornavano dalla revisione sull’aereoporto di Banja Luka in Yugoslavia, continuavano le forniture militari alla Libia, decine di piloti italiani ex militari erano in Libia ad addestrare piloti libici, continuavano i rapporti petroliferi e le importanti commesse nel settore civile.
La crisi fu edulcorata per l’opinione pubblica italiana come “crisi dei Banchi di Medina”, una sorta di crisi del pesce per il possesso di spigole e orate. In realtà i “Banchi di Medina” furono il “casus belli” per una vicenda di più ampia porata. Si tratta di una zona a basso fondale molto pescosa, ma in cui si riteneva esistessero consistenti giacimenti petroliferi finora inesplorati. I banchi si trovano circa a metà strada fra Malta e la Libia ed entrabi i due paesi ne rivendicavano la “sovranità” (senza ragione perché i Banchi sono ben lontani dalle acque territoriali di entrambi). L’Italia propose al governo maltese assistenza politica, militare e tecnica per la ricerca petrolifera sui Banchi di Medina, in cambio di una posizione di “neutralità”. La Libia non aveva nessuna intenzione di stare a guardare. E a questo punto gli aventi si susseguirono incalzanti. Fino al primo giugno la Libia aveva fornito a Malta petrolio a prezzo politico, che poi veniva rivenduto vantaggiosamente sui mercati internazionali. Era un modo per finanziare economicamente Malta.
ELENCO DISSIDENTI LIBICI
L’elenco dei dissidenti libici da “ELIMINARE” in Italia viene fornito ai Servizi Segreti di Gheddafi, con tanto di indirizzi, dal Sismi. Normale collaborazione fra servizi segreti, si giustificheranno poi. In reatà mentre il Ministero degli Esteri (On. Emilio Colombo, DC, On. Zamberletti, DC), operavano “contro la Libia”, un’altra parte facente capo al Sismi operava “a favore della Libia”, probabilmente con referenti politici ed economici facenti capo alla stessa DC e al sistema di potere P2. Da registrare una richiesta dell’On. Andreotti e del capo del Sismi Gen. Santovito di posporre la firma del protocollo di intesa Italia-Malta.
Ore 20,59 e 45 secondi
Scompare dagli schermi radar del Centro di controllo di Roma Ciampino un DC9 della compagnia Itavia, matricola I-TIGI, nominativo radio IH-870, in volo a 25.000 piedi lungo l’aerovia Ambra 13. L’aereo, con a bordo 77 passeggeri, tutti di nazionalità italiana, e 4 membri dell’equipaggio. Era decollato con due ore di ritardo, alle 20,08, dall’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna; alle 21,13 doveva atterrare allo scalo siciliano di Palermo Punta Raisi ma non ci arrivò. L’ultimo segnale si ebbe a nord dell’isola di Ustica.
il DC9 dell’Itavia che viaggiava in ritardo si trovava dove avrebbe dovuto essere l’Air Malta KM153 se fosse stato in orario.
Ore 22,39
Il Centro di controllo di Roma Ciampino chiama l’Ambasciata americana di Roma per verificare se in volo o in mare ci sono mezzi statunitensi e qui cominciano i misteri. A quale scopo e per quale motivo è stata fatta questa telefonata….. Vedremo che questa telefonata è pertinente con lo scenario in atto nel Mare Mediterraneo.
Ore 7,25
In fortissimo ritardo rispetto all’inabissamento del DC9, un elicottero individua una vasta macchia scura di combustibile. Circa quattro ore dopo l’incrociatore della Marina Militare Andrea Doria recupera i primi cadaveri: in tutto affioreranno dal Tirreno solo 39 corpi su 81. Più tardi giunge alla redazione romana del Corriere della Sera una telefonata anonima di rivendicazione a nome dei Nuclei Armati Rivoluzionari (Nar) in cui si afferma che a bordo del DC9 si trova Marco Affatigato*, un terrorista di estrema destra, legato al Sismi. (Servizio per le informazioni e la sicurezza militare)
La notizia verrà smentita l’indomani e classificata come un depistaggio. Ma chi è Marco Affatigato? (vedi link)
ore 18:00
Alle 18 si diffondono le prime ipotesi sulla caduta dell’aereo: cedimento strutturale, improvvisa anomalia nei valori di pressurizzazione o collisione in volo. La compagnia Itavia viene accusata di far volare “aerei carretta”. Il ministro dei Trasporti Rino Formica nomina una Commissione d’inchiesta alla cui guida viene chiamato il direttore dell’aeroporto di Alghero, Carlo Luzzatti. Il generale Saverio Rana, presidente del Registro aeronautico italiano (Rai), mostra una fotocopia di un tracciato radar al ministro Formica da cui emerge che il DC9 ha avuto un impatto con un missile, un meteorite o con un altro oggetto. Vedremo che nel tracciato appaiono anche 2 altri aerei che per il tipo di manovra e velocità saranno classificati come aerei militari.
Il generale Saverio Rana morirà di infarto (capita!) ma saranno 13 le morti sospette legate a Ustica. Una strage nella strage. Una maledizione. Chi era Saverio Rana? (vedi link)
Il generale Rana – convinto socialista, ai tempi, pilota personale di Pietro Nenni – aveva ricevuto tre fotocopie di tracciati radar e, subito dopo la strage fu il primo a riferire al ministro Formica la presenza di un caccia vicino al Dc-9 dell’Itavia.
Consolato Libico
Il Consolato libico a Palermo pubblica sul quotidiano cittadino “L’Ora” un singolare necrologio: “Il Consolato Generale della Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista partecipa sinceramente al dolore che ha colpito i familiari delle vittime della sciagura aerea di Ustica e manifesta tutta la sua solidarietà al Presidente della Regione e al Presidente dell’Ars per questo grave lutto che ha colpito la Sicilia”. Questo necrologio è da ricordare perché presto si aprirà un altro scenario che solo le autorità libiche conoscono. Per ora diciamo che ai libici manca un aereo all’appello.
COLLISIONE IN VOLO ESCLUSA
Il Ministro dei Trasporti Rino Formica riferisce al Senato che allo stato delle indagini è esclusa la collisione in volo con un altro velivolo, la presenza di aerei militari nelle vicinanze del Dc-9 o di altre tracce sconosciute e che fosse in corso un’esercitazione.
MIG 23 LIBICO
Vi ricordate che ai libici mancava un aereo? Ecco...trovato! Sulle montagne della Sila in Calabria vengono rinvenuti i resti di un MiG 23 libico. Il cadavere del pilota è in avanzato stato di decomposizione tanto da far pensare che l’aereo sia caduto almeno venti giorni prima. Verosimilmente il MiG riuscirà a violare lo spazio aereo italiano mentre nel basso Mediterraneo è in corso un’imponente esercitazione della Nato denominata “Natinad Demon Jam V”.
(Ecco perché la torre di controllo di Roma chiede se ci sono aerei militari in zona alla Ambasciata USA - il ministro dei trasporti Rino Formica è costretto a rivedere la sua dichiarazione a solo 10 giorni di distanza)
SEQUESTRO PESCHERECCI ITALIANI
vengono sequestrati dalla Libia due pescherecci italiani con a bordo 19 marinai (verranno rilasciati due anni dopo).
NAVE ENI SAIPEM2
Prende posizione, sui banchi di Medina, la nave da ricerche petrolifere dell'ENI Saipem2, a dimostrazione, soprattutto ad uso interno maltese ( le elezioni si sarebbero tenute entro breve tempo) della giustezza della politica filo-italiana di Mintoff contro l'area politica filo libica molto forte nell'isola. E` la dimostrazione "politica" che l'Italia agisce seriamente e che il trattato produce i suoi effetti.
Nello stesso giorno l'On.Zamberletti , per conto del governo Italiano , firma il protocollo d'intesa con il governo Maltese relativo al trattato fra le due parti che esclude la Libia dal controllo dell'isola. E` il coronamento di un lavoro diplomatico iniziato l'anno prima che disinnesca, rendendola neutrale, una possibile futura crisi politico militare incentrata sull'isola di Malta.
La notizia diplomatica viene oscurata da un evento di terrorismo: salta in aria la stazione ferroviaria di Bologna. (85 morti e 200 feriti: è il più grave attentato terroristico della storia e che sarà superato solo con l'11 di settembre 2001
firma il protocollo d’intesa con il governo maltese
l’On. Zamberletti , per conto del governo Italiano , firma il protocollo d’intesa con il governo maltese relativo al trattato fra le due parti che esclude la Libia dal controllo dell’isola. E’ il coronamento di un lavoro diplomatico iniziato l’anno prima che disinnesca, rendendola neutrale, una possibile futura crisi politico militare incentrata sull’isola di Malta.
STRAGE DI BOLOGNA
salta in aria la stazione ferroviaria di Bologna. (85 morti e 200 feriti: è il più grave attentato terroristico della storia e che sarà superato solo l’11 settembre a New York e dalle successive stragi di Al Quaeda e dell’Isis)
ITALIA GARANTISCE LA DIFESA DI MALTA
l’Italia si impegna a garantire l’integrità territoriale di Malta e il premier maltese Dom Mintoff vola a Roma per approfondire le intese Italia-Malta.
TENTATIVO DI COLPO DI STATO IN LIBIA
una parte dell’esercito libico si ribella e tenta un colpo di stato contro Gheddafi. I congiurati, a quanto si disse, saranno sconfitti dall’intervento di unità militari della Germania Orientale che riescono ad impedire la cattura del Colonnello Gheddafi. Di questo colpo di stato Gheddafi accuserà l’Italia, arrestando tre imprenditori italiani ritenuti fiancheggiatori degli insorti (verranno rilasciati dopo sei anni. Per almeno uno di essi si sa per certo che fosse un funzionario o un confidente dei servizi segreti italiani: il suo nome venne fuori durante il rapimento Casella ad opera della ‘Ndrangheta, come quello di un agente dei servizi segreti che trattò con i rapitori del giovane).
SFIORATA LA BATTAGLIA TRA NAVI ITALIANE
un sottomarino ed una nave da guerra libici intimarono, con la minaccia di prenderla a cannonate, alla nave italiana Saipem-2 di interrompere le ricerche petrolifere sui banchi di Medina iniziate per rispettare le clausole dell’accordo Italo-Maltese del 2 Agosto, ed andarsene. Si sfiora la battaglia fra le navi italiane intervenute a difesa della Saipem e le navi libiche. Gli F104 italiani partiti dall’aereoporto militare di di Trapani-Birgi, in Sicilia, pattugliano il cielo di Malta
MALTA IN STATO DI ALLERTA
il governo maltese mette in stato di allerta la sua forza aerea ( quattro elicotteri)
PERSONALE LIBICO ESPULSO DA MALTA
il personale militare libico è espulso dall’isola di Malta.
CONSIGLIO ONU
su richiesta Maltese , si riunisce il consiglio di sicurezza dell’Onu per esaminare “l’azione illegale ” della Libia.
RATTIFICA TRATTATO ITALIA - MALTA
si ratifica l’accordo fra Italia e Malta , che prevede fra l’altro l’esclusione delle navi americane e sovietiche dai porti dell’isola.
COMMISSIONE INCHIESTA MIG LIBICO
L’Aeronautica militare e le autorità libiche costituiscono una commissione d’inchiesta sull’incidente del Mig concludendo che la caduta del velivolo è da attribuire allo spegnimento del motore, avvenuto in alta quota e causato dall’esaurimento del combustibile e da una progressiva perdita di coscienza da parte del pilota. Peccato che verranno trovati anche fori di proiettili.
TRACCIATO RADAR
Un esperto americano del National Transportation Safety Board, John Macidull, analizza il tracciato radar di Ciampino e si convince che, al momento del disastro, accanto al DC9 volava un altro aereo. Per Macidull, il DC9 è stato colpito da un missile lanciato dal velivolo non identificato rilevato nelle vicinanze. Tale aereo secondo l’esperto del Ntsb attraversa la zona dell’incidente da Ovest verso Est ad alta velocità (tra 300 e 550 nodi) approssimativamente nello stesso momento in cui si verifica l’incidente, ma senza entrare in collisione con l’Itavia 870.
DICHIARAZIONE DI ALDO DAVANZALI
Il presidente della compagnia aerea Itavia, Aldo Davanzali, afferma di avere la certezza che ad abbattere il suo DC-9 è stato un missile lanciato da un aereo. La compagnia aerea sospende tutti i voli e le verranno revocate tutte le concessioni. Fallirà nel Aprile del 1991 (altra vittima di Ustica).
MUORE GARI MAURIZIO
Muore di infarto a Grosseto il capitano dell’Aeronautica Maurizio Gari. Aveva 32 anni e nonostante le severe visite mediche nessuno si accorge che il cuore non è sanissimo (!). La sera del disastro è capo controllore di sala operativa presso il centro radar di Poggio Ballone. La sua testimonianza sarebbe stata di grande utilità per l’inchiesta.
Capitano Maurizio Gari e il Maresciallo Alberto Mario Dettori, La sera di Ustica erano al centro radar di Poggio Ballone. , il 9 Dettori si impicca (??) il 30 marzo del 1987
COMMISSIONE INCHIESTA
La relazione della Commissione d’inchiesta ministeriale esclude sia il cedimento strutturale “per fatica” sia la collisione in volo con un altro velivolo, ma conclude che senza l’esame del relitto non è possibile stabilire se si sia trattato di un missile o di una bomba collocata a bordo. Gli esperti ipotizzano la presenza di un oggetto non identificato che viaggia ad alta velocità in direzione trasversale al DC9.
BBC
Va in onda sulla Bbc un servizio sulla strage di Ustica dal titolo “Murder in the Sky” dove Macidull ribadisce che nei pressi del DC9 c’era in volo un caccia non identificato. Nel corso dello stesso servizio un altro esperto, questo del Pentagono, John Transue, afferma che il caccia, che ha abbattuto il DC9, potrebbe essere un MiG 23 o un MiG 25 libico.
GIOVANNI SPADOLINI
Per il ministro della Difesa Giovanni Spadolini il DC9 è stato abbattuto dalla deflagrazione di un ordigno, probabilmente confezionato con esplosivo T4, tracce del quale sono state trovate su alcuni reperti da un esperto esplosivista dell’Aeronautica. (La prova si rilevelerá incompatibile con una esplosione interna ma va ricordato che il T4 era un esplosivo presente nelle cariche dei missili).
SIMULAZIONE DEI PERITI
Il giudice Bucarelli e i periti giudiziari fanno volare un DC9, identico all’IH-870, lungo l’aerovia Ambra 13 e lo fanno intercettare da un caccia militare. Alcuni esperti assistono all’esercitazione davanti agli schermi radar di Ciampino, altri sono in volo sull’aereo. L’esperimento, che ricrea uno scenario assai simile alla sera del 27 giugno 1980, conferma l’ipotesi che vicino al DC9 precipitato c’era un caccia.
ATTENTATO A BERLINO
Bastarono poche settimane di indagini per capire che Berlino Ovest era rimasta coinvolta in dinamiche internazionali non solo da Guerra Fredda, ma anche dal nuovo fenomeno del terrorismo. Gli inquirenti capirono che l’ordigno esploso dentro La Belle arrivò dall’ambasciata libica di Berlino Est e l’attacco era chiaramente diretto all’esercito statunitense, queste scoperte furono fatte grazie all’intercettazione di alcuni comunicati recapitati all’ambasciata libica inviati direttamente dalla capitale Tripoli.
VEDI LINK
Operazione El Dorado Canyon
è il nome in codice che fu attribuito al bombardamento della Libia che gli Stati Uniti d'America eseguirono in questo giorno. L'attacco fu condotto da U.S. Air Force, U.S. Navy e U.S. Marine Corps dal cielo, in reazione all'attentato alla discoteca di Berlino del 1986. Risulta che vi siano stati 40 morti dei quali almeno 30 civili tra i libici e l'abbattimento di un aereo statunitense, che ha cagionato la morte di due aviatori.
6 ANNI DI SILENZIO DEL GOVERNO
“Il governo ha mantenuto il silenzio anche di fronte alla ipotesi in base alla quale il velivolo sarebbe stato abbattuto da un missile lanciato da un aereo militare di nazionalità sconosciuta. Il mancato accertamento della dinamica dell’incidente del DC9 dell’Itavia priva di fatto le famiglie delle vittime di ogni possibilità di risarcimento adeguato in quanto, a sei anni dalla tragedia, rimane ignoto il soggetto cui esse debbono rivolgersi”.
E’ quanto affermano in un appello, presentato al Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, l’ex presidente della Corte Costituzione, Francesco Bonifacio, il vicepresidente del Senato, Adriano Ossicini, il Sen. Pietro Scoppola, i deputati Antonio Giolitti (Psi), Pietro Ingrao (Pci) e Stefano Rodotà (Sinistra indipendente) e il sociologo Franco Ferrarotti.
RECUPERO DEL RELITTO
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giuliano Amato annuncia l’intenzione del Governo di procedere al recupero del relitto del DC9.
MUORE (IMPICCATO) MARIO DETTORI
Viene trovato impiccato ad un albero sul greto del fiume Ombrone, nei pressi di Grosseto, il maresciallo dell’Aeronautica Mario Alberto Dettori. La sera del 27 giugno 1980 il sottufficiale era controllore di difesa aerea al radar di Poggio Ballone. Rientrando a casa Dettori scosso dice a sua moglie “stanotte è successo un casino; qui vanno tutti in galera”. Pochi giorni dopo si confida anche con sua cognata: “Sai, l’aereo di Ustica, c’è di mezzo Gheddafi, è successo un casino, qui fanno scoppiare una guerra”. Per gli inquirenti sulla morte del sottufficiale permangono indizi di collegamento con il disastro del DC9 e con la caduta del MiG sulla Sila. (link su Mario Alberto Dettori)
INIZIO RECUPERO RELITTO
La ditta francese Ifremer, che verrà poi accusata di essere legata ai servizi segreti d’Oltralpe, comincia le operazioni di recupero della carcassa del DC9 adagiata a 3.600 metri sul fondo del Tirreno. Il recupero si concluderà in parte nel maggio del 1988. Verrà recuperata anche una delle due scatole nere, il Cockpit Voice Recorder, che registra le comunicazioni radio con terra e quelle interne al velivolo. L’analisi permetterà di ascoltare l’ultimo frammento di parola “Gua…”, pronunciata dal pilota tre minuti dopo l’ultima comunicazione con Ciampino. (vedi dubbi e domande sulla attività di Ifremer)
UNA TELEFONATA A RAI 3
Nel corso della trasmissione televisiva di Rai 3 “Telefono giallo”, condotta da Corrado Augias un anonimo chiama in diretta e si qualifica come aviere in servizio al radar di Marsala. L’uomo afferma di aver esaminato le tracce radar ma il giorno successivo il maresciallo responsabile del servizio l’aveva invitato a farsi gli affari propri.
SI APRE UNA INCHIESTA SULLA TELEFONATA
Il procuratore di Marsala, Paolo Borsellino, apre un’inchiesta sulla telefonata giunta a “Telefono giallo” e fa identificare tutti i militari in servizio al radar di Marsala la sera del 27 giugno.
MARESCIALLO L. CARICO
Durante gli interrogatori, tutti i militari in servizio a Marsala la sera del disastro, eccetto uno, riferiscono di non aver visto al radar quanto stava accadendo nel cielo di Ustica. Il muro di gomma si rompe con le dichiarazioni del maresciallo Luciano Carico. L’ufficiale di identificazione si accorse che il DC9 era scomparso dagli schermi, e avvertì i suoi diretti superiori. Carico osservò nei pressi del DC9 anche la traccia di un altro velivolo, che crede di identificare in un boeing 720 dell’Air Malta, che seguiva l’Itavia e che poi lo sorpassò a velocità superiore. Il maresciallo intercettò le due tracce, Itavia e Air Malta, pochi minuti prima delle 21, all’altezza di Ponza. Viene accertato che quel velivolo non poteva essere l’Air Malta perché a quell’ora il boeing si trovava ancora all’altezza dell’Argentario. Carico dichiara, inoltre, di aver identificato, come friendly, cioè come traccia amica, il DC9 e ribadisce di aver notato la sua traccia diminuire di qualità proprio sul mare, dove stava precipitando. Carico comprese che in quella traccia c’era qualcosa di strano: si mise in contatto con Punta Raisi e Fiumicino ma nessuno è mai più riuscito a trovare quelle conversazioni. IL MARESCIALLO LUCIANO CARICO FU INCRIMINATO PER FALSA TESTIMONIANZA
INCIDENTE DI VOLO A RAMSTEIN
Durante uno spettacolo acrobatico alla base Nato di Ramstein perdono la vita, scontrandosi in volo, due ufficiali dell’Aeronautica, piloti delle Frecce tricolore. Sono i tenenti colonnello Mario Naldini e Ivo Nutarelli. La sera del 27 giugno 1980, fino a circa dieci minuti prima della scomparsa del DC9 i due ufficiali erano in volo su un intercettore TF-104 decollato da Grosseto. Per gli inquirenti i due avieri, che dovevano essere sentiti dalla Procura erano a conoscenza di molteplici circostanze sul caso Ustica.
*Mario Naldini e Ivo Nutarelli erano in volo sullo stesso aereo la sera del 27 giugno 1980. Partito dalla base aerea di Grosseto per un’esercitazione, tra le 20:30 e le 20:45 l’F-104 con i due ufficiali a bordo “squocca” per ben due volte un segnale di pericolo, il codice 7700, “emergenza generale confermata”. Pochi minuti dopo, la torre di controllo perde il contatto del DC-9 Itavia in rotta da Bologna a Palermo. Cosa hanno visto Naldini e Nutarelli? Nessuno lo saprà.
(vedi link)
BEN ALI
Dopo mesi di intense manifestazioni che hanno devastato la Tunisia ZINE EL-ALBIDINE BEN 'ALI lascia il Paese e si rifugia in Arabia Saudita dove morirà il 19 settembre 2019. Il primo ministro tunisino Mohamed Ghannouchi prende momentaneamente il suo posto. BEN 'ALI nel Giugno 2012 sarà condannato all'ergastolo. (Ben Ali era stato condannato a 35 anni di carcere per furto e appropriazione indebita e, in seguito, ad altri 20 anni di carcere per “incitamento al disordine, omicidi e saccheggi sul territorio tunisino”)
IL GIORNO DELLA RABBIA
Il moto di protesta popolare egiziano, imperniato sul desiderio di rinnovamento politico e sociale contro il trentennale regime del Presidente Hosni Mubarak, si è inizialmente manifestato con mezzi pacifici, ispirati alle proteste organizzate in Tunisia e in altri paesi arabi che hanno portato alla destituzione del capo dello stato Zine El-Abidine Ben Ali e a incidenti in numerosi stati, ma ha poi conosciuto sviluppi violenti, sfociando in aspri scontri che hanno provocato numerose vittime tra manifestanti, poliziotti e militari.
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MANIFESTAZIONI IN YEMEN
Effetto domino nel mondo arabo: l'onda della protesta in Nordafrica, che dopo la fuga di Ben Ali in Tunisia sta infiammando l'Egitto, è arrivata anche nella penisola arabica, con le prime manifestazioni nello Yemen.
MANIFESTAZIONI AD AMMAN
Egitto, scontri tra esercito e manifestanti: 20 morti.
Le proteste anti Mubarak dilagano in tutto il Paese: i feriti sono quasi mille, più di 400 gli arrestati. Internet è stato oscurato e l'esponente dell’opposizione el Baradei è stato messo agli arresti domiciliari per alcune ore. La Casa Bianca invita le autorità a rispettare la libertà di espressione. CLICCA QUI
ATTACCO ITALIANO A OBBIETTIVI LIBICI
Vi fu il primo coinvolgimento dei cacciabombardieri Italiani, in operazioni di attacco al suolo, nei confronti di obbiettivi militari libici. L'operazione venne condotta da una coppia di “Tornado IDS” del 6º Stormo di Ghedi, decollati dalla base aerea di Trapani-Birgi, nella zona della città di Misurata.
A queste operazioni, durante il prosieguo del conflitto, presero parte anche 8 cacciabombardieri AV8 Harrier II Plus della portaerei Giuseppe Garibaldi, ed un'aliquota imprecisata di cacciabombardieri AMX Ghibli.
Seconda guerra civile in Libia
La seconda guerra civile in Libia è un conflitto armato scoppiato in Libia nel 2014 tra due coalizioni e due governi rivali: da una parte il governo internazionalmente riconosciuto, basato nella città orientale di Tobruch e sostenuto dalla Camera dei rappresentanti e dall'operazione Dignità del generale Haftar; dall'altra parte il governo basato nella capitale Tripoli e sostenuto dal Nuovo Congresso Nazionale Generale e dalla coalizione di Alba Libica