Lo Spazio e il Tempo

Noi pensiamo che “Lo Spazio”, sia  il luogo dove stanno le cose e “il Tempo” è ciò che fornisce loro la durata, che le fa essere ancora là quando le riguardiamo.Dicendo “le cose sono” o “sono là”, ci convinciamo che “esistono”, e ciò che “esiste”, pensiamo, deve farlo , senza curarsi in alcun modo della nostra percezione o della nostra esperienza. Il monte Bianco si eleva sulle Alpi come una torre senza preoccuparsi dei francesi o italiani.

Monnalisa sorride sia che il Louvre sia o no aperto al pubblico, e il fiume Ticino scorre attraverso la pianura padana anche quando nessuno si ricorda di lui.

Tutto questo (e anche di più ) è ciò che crediamo essere la realtà.

Devono conservare la loro identità devono rimanere le stesse “cose”, o altrimenti, smettere di esistere. Non sembra esserci un gran problema in questo.

La penna che tengo in mano non diventa un’altra penna mentre voi la guardate.

Siete piuttosto sicuri di questo almeno fino a quando non avete visto un baro fare un gioco di abilità con le carte.

Allora capite immediatamente che le cose possono cambiare identità sotto i vostri occhi.

È una questione di velocità e la velocità dopo tutto è il quoziente (o rapporto) di spazio e tempo.

La conservazione dell’identità individuale degli oggetti potrebbe essere un problema maggiore di quel che sembra.

Lo spazio è il mezzo nel quale le cose conservano o, a seconda del caso, cambiano la loro posizione.

Il tempo è il mezzo nel quale esse devono mantenere la loro identità affinché non spariscano come “cose” e vengano ridotte ad apparizioni momentanee.

Oltre che aver eliminato lo spazio assoluto (Lo spazio senza gli oggetti che lo occupano è nullo), Einstein ha eliminato anche il concetto di tempo assoluto .

Gran parte delle difficoltà di comprendere la teoria della relatività proviene dalla riluttanza umana a riconoscere che il senso del tempo, come quello del colore, è solo una forma di percezione.

Come non esiste ciò che noi chiamiamo “colore” senza l’occhio per distinguerlo, cosi un istante, un’ora o un giorno sono nulla senza un avvenimento che li distingua.

Analogamente, come lo spazio è semplicemente un possibile ordine di oggetti materiali, cosi il tempo è solo un possibile ordine di avvenimenti. (comunque io non credo a questo “ordine”)

Questa continuità possiamo definirla per mezzo di un orologio, paragonando l’ordine degli avvenimenti dato dall’orologio con l’ordine di una determinata serie di eventi.

Noi intendiamo per “orologio” uno strumento che ci fornisca il modo di contare una serie di avvenimenti.
Nel riferire le nostre proprie esperienze ad un orologio (od a un calendario) noi facciamo del tempo un concetto obiettivo.

Eppure gli intervalli di tempo, determinati dall’orologio o dal calendario, non sono in alcun modo quantità assolute imposte da un editto divino all’intero universo.

Tutti gli orologi adoperati dall’uomo sono costruiti con ingranaggi regolati sul moto della terra nel nostro sistema solare.

Quella che da noi è chiamata “ora” non è in verità che una misura spaziale, un arco di 15 gradi, nell’apparente rotazione diurna della sfera celeste.

E quello che noi chiamiamo “anno” è solo una misura del cammino della terra nella sua orbita attorno al sole.

Un abitante di Mercurio avrebbe nozioni di tempo molto diverse. Mercurio compie il suo giro attorno al sole in 88 dei nostri giorni, e nel lo stesso periodo ruota una volta sola attorno al suo asse. Quindi su Mercurio un anno e un giorno hanno la stessa durata.

Ma quando la scienza si spinge al di là del sistema solare, allora tutte le nostre cognizioni terrestri di tempo perdono ogni significato.

Non può esistere la simultaneità, né il concetto che noi esprimiamo con le parole «in questo momento» che sia indipendente da un sistema di riferimento. Per esempio una persona a New York telefona ad un amico a Londra e malgrado la diversità dell’ora, essendo, per esempio, le 7 pomeridiane a New York e contemporaneamente mezzanotte a Londra, noi diciamo che essi parlano “allo stesso istante”.

Ciò avviene perché essi vivono sullo stesso pianeta, ed i loro orologi sono basati sullo stesso sistema astronomico.

Una situazione più complicata si presenta cercando di stabilire, per esempio, che cosa avviene sulla stella Arturo “proprio in questo momento”.

Arturo è lontano da noi 38 anni-luce.

Se potessimo comunicare con Arturo per radio «in questo momento» occorrerebbero 38 anni al nostro messaggio per raggiungere la sua destinazione e dovremmo attendere la risposta per altri 38 anni. (Le onde-radio viaggiano alla stessa velocità delle onde luminose).

E quando noi osserviamo Arturo dicendo che lo vediamo “adesso”, poniamo nell’anno 2010, in verità non vediamo che una immagine proiettata sui nostri nervi ottici dai raggi luminosi che hanno lasciato la loro sorgente nel 1972 (38 anni prima). Se Arturo veramente esiste «in questo momento» la natura ci impedisce di saperlo fino al 2048.
Malgrado queste riflessioni è difficile per l’uomo, legato alla terra, accettare l’idea che un dato istante come quello che egli chiama «adesso» non si possa applicare all’intero universo.

Eppure per avere una indicazione “dell’adesso” non ragiono più con il tempo …del resto se la velocità della luce è una “costante” devo ancora capire “costante a cosa!!”….una velocità è un rapporto tra uno spazio e il “tempo” impiegato a percorrere questo spazio…..ma il tempo è influenzato proprio da questa velocità….c’è qualcosa che non quadra …..

Per parlare di “adesso”  devo pensare alla “gravità”

Il bambino ancora non sa parlare e uno dei primi giochi in cui si trastulla dal seggiolone, consiste nel far cadere il cucchiaio della pappa. Lo spettacolo è affascinante nella sua ripetitività. Afferra il cucchiaio, lo solleva, lo lascia cadere, e ogni volta il miracolo si ripete: quell’oggetto viene attratto irresistibilmente a terra, costringendo il paziente genitore a raccoglierlo. Ognuno di noi all’età di 18 mesi è stato Newton senza saperlo.

Vivo molto con la fantasia (che preferisco alla ottusità di tante persone) e mi sono immaginato un mondo senza la forza di gravità. Del resto la odio…..è “lei” che mi ingrassa…è “lei” che mi rende difficile fare le scale…uffi…non riesco proprio a levarmela di torno.

Ho pensato che anche la Terra…il nostro pianeta che ci porta in giro è come dire legata alla “forza di gravità” del Sole ed è la stessa forza che impedisce alla Luna di andarsene dall’orbita terrestre……già…..la stessa forza…..e poi perché la chiamiamo “forza”.

Cosa succede se potessimo levare istantaneamente il Sole dal sistema Sole-Terra?…… qualcuno potrebbe dire che …ce ne accorgeremmo dopo circa 8 minuti. Infatti questo è il tempo per la luce di coprire tale distanza. Ma una cosa accadrebbe prima….. la Terra uscirebbe istantaneamente dalla sua orbita venendo a mancare la forza di gravità del Sole.

Ecco….la “Gravità” arriverebbe a dare il segnale che qualcosa è successo a 8 minuti di distanza……prima che la  luce arrivi a noi.

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