Avrei potuto iniziare questo racconto con un “C’ERA UNA VOLTA” ma, mi sono accorto che non era possibile. Il motivo? Semplice! Dire che una cosa “C’ERA” implica che adesso NON C’E’ PIU’ e non è vero ma poi, sarei stato costretto come tutte le “C’ERA UNA VOLTA” a seguire una “linea del Tempo” cioè una direzione basata su eventi lontani fino a quelli cronologicamente più recenti. Ci ho provato ma NON FUNZIONAAAA!!
Il tempo nel mio racconto non segue una “LINEA” ma si curva, cambia di direzione, incrocia gli eventi passati fino dare a loro significati diversi da come erano inizialmente.
Insomma, il tempo che andrò a raccontare assomiglia molto di più alla TELA di UN RAGNO. Elegante, Precisa, ma anche piena di “BUCHI” dove è il Ragno stesso a indaffararsi per rattopparla.
Come ogni tempo esiste anche lo “SPAZIO” nel racconto. Un “LUOGO” che lega con il tempo gli avvenimenti. Il RAGNO non è altro che la “STORIA” con le sue bugie che dopo diventano verità, con i suoi intrighi di potere e di Servizi Segreti, con i politici, i governanti e la gente comune.
Il TEMPO è il 1980 e lo SPAZIO è un monte della Sila in Calabria dove da poco si è schiantato un MIG 23 Libico. Basta fare un piccolo passo in avanti per tornare indietro nel tempo. Il velivolo sembra fuori dallo SPAZIO (non dovrebbe essere lì) e fuori dal TEMPO (il pilota è morto da almeno 20 giorni). Un BUCO nel TEMPO dove il RAGNO con i suoi burattinai tenta di tessere la tela. Ma è troppo tardi. Parte la storia che “C’E’ ANCORA” ed è tutto da rammendare.